11/01/10

Una battaglia per la "famiglia"

Conclusioni dal dibattito con Sergio Lo Giudice

di Federico Berlini

Una norma innovativa e antidiscriminatoria unica nel panorama italiano. Questa frase riassume perfettamente l'obiettivo degli articoli 48 e 49 della finanziaria regionale voluta fortemente dal presidente Vasco Errani.
É una semplice parificazione, una estensione di diritti: ecco cosa sono i cosiddetti "dico all'emiliana", erroneamente definiti cosi dalla stampa italiana. Con il recepimento delle direttive europee antidiscriminatorie del trattato di Lisbona e dall'articolo 3 della nostra costituzione, viene esteso l'accesso ai servizi pubblici e privati a chi non poteva fruire di quest'ultimi. A partire dai diritti per le coppie non sposate, vere e proprie famiglie che si basano sul vincolo dell'affetto l'uno con l'altro.
Il tutto senza dimenticare una fondamentale distinzione: non tutte le famiglie sono uguali. Alcune necessitano di interventi maggiori come ad esempio le famiglie numerose. Il succo del principio di don Lorenzo Milani sta proprio in questo: "niente è più ingiusto che far parti uguali fra disuguali". Sergio Lo Giudice,consigliere comunale del PD di Bologna,s piega chiaramente come stanno le cose.
Non un surplus, non una aggiunta di diritti a "nuovi" nuclei famigliari. I due articoli assumono una funzione di controllo e miglioramento delle normative dei comuni e delle provincie emiliano-romagnole: soprattutto riguardo alle discriminazioni di status nelle graduatorie, nei trasferimenti, nelle assegnazioni di case.
Ora sta a noi portare avanti questi principi essenziali, metterli in pratica, portarli a conoscenza di tutti, evitando le polemiche sterili con chi non riesce a comprendere l’importanza di queste norme che valorizzano la vera famiglia: quella dove è l’amore il vero vincolo, che non si basa su un legame meramente giuridico. La regione ha lanciato le basi di un dibattito a più ampio respiro, che dovrà avere un effetto a cascata in ogni provincia, in ogni comune dell’Emilia Romagna. Ci poniamo come regione all’avanguardia nell’ambito dei diritti civili, non dobbiamo perdere l’occasione di affrontare questo tema all’interno del nostro partito per stupide e vecchie logiche di appartenenza.
In questi articoli ci sono le sintesi di posizioni differenti, viene rilanciato il concetto di famiglia in una chiave moderna, al passo con i tempi. Come Partito Democratico dobbiamo ribadire con forza all’interno del nostro dibattito provinciale i punti chiave della finanziaria regionale ponendosi come interlocutore principale della regione “facilitando e superando quelle condizioni di svantaggio derivanti da pratiche discriminatorie”.

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